Il Centro dell’Incisione sull’Alzaia del Naviglio Grande a Milano è già di per sé un posto magico: un giardino incantato che accoglie con una distesa di edera rigogliosa tutti coloro che vogliono rifugiarsi per un attimo in un’oasi di pace, un angolo immerso nel verde a due passi dal susseguirsi di locali, ristoranti e bar più frequentati della città.
Dal 6 all’8 ottobre la magia, se possibile, raddoppia: gli spazi di questo luogo incredibile ospiteranno Katagami, un tuffo in una meravigliosa arte sconosciuta e profondamente legata all’incisione.
I Katagami sono delle minuziose e affascinanti opere d’arte, realizzate con una tecnica che la storia del Giappone porta con sé da almeno mille anni. Se pensiamo al Giappone, sicuramente ci verrà in mente almeno un’immagine di un kimono di seta, con i suoi meravigliosi e delicati disegni curati nei minimi dettagli, paradigma di un’esotica e raffinata eleganza. Questi disegni prendono vita sulla tela grazie a degli “stencil” molto particolari. Degli stampi che in Giappone vengono chiamati Katagami.
La domanda che sorge spontanea è che cosa possa avere uno stampo di così speciale perché gli venga dedicata un’intera esposizione. E la risposta è talmente affascinante che merita di essere raccontata.
Iniziamo dal principio: ogni Katagami nasce da una base di carta giapponese, mino, una carta che ha una storia di 1300 anni, è prodotta artigianalmente a mano e la sua lavorazione, washi, è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio culturale dell’umanità. Diversi strati di carta vengono sovrapposti l’uno all’altro e grazie al kaki shibu, un succo di kaki amaro fermentato e invecchiato, vengono incollati creando la base di partenza per ogni singolo Katagami. È qui che l’arte prende vita attraverso le mani di artigiani esperti, che con i loro coltellini intagliano e intarsiano le meravigliose composizioni che decoreranno i tessuti.
Tecniche diverse, realizzate con strumenti di incisione specifici, danno origine a Katagami completamente differenti: con le tecniche kiribori e shimabori si realizzano intagli a cerchio o a righe, mentre dōgubori vede gli artigiani utilizzare degli strumenti di lavoro dalle punte molto particolari, che permettono grazie alla pressione degli strati della carta di creare delle forme come petali di fiori di ciliegio o diamanti. Tsukibori è quanto di più simile al disegno a mano libera, dove l’artigiano intaglia premendo gli strati di carta con il coltellino, liberandosi della carta superflua.
L’esposizione a Milano curata da Gallery Saian racconta questo lavoro nascosto, un’arte sapiente che per centinaia di anni ha permesso di tingere le più eleganti e colorate tele dei kimono giapponesi. In mostra si potranno ammirare Katagami degli anni ’60 e ’70 realizzati per la decorazione degli Yukata, i kimono estivi in cotone, e alcuni pezzi risalenti al più antico periodo Meiji –Taisho.
L’appuntamento è da giovedì 6 ottobre alle ore 18.00. Segnato in agenda?