Lo spilorcio: tenersi a debita distanza

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Con la consapevolezza di ciò che vogliamo e assolutamente consce di ciò che meritiamo, oggi mi sento di approfondire una categoria di uomini che vale davvero la pena evitare.

Parlo di quello che lo incontri ed carino, brillante, simpatico, interessante, ci esci a bere un aperitivo e tutto fila liscio, inizi a ragionare sul fatto che potrebbe proseguire la frequentazione, ha superato tutte le prove egregiamente e la voglia di rivederlo e trascorrerci altro tempo insieme c’è. Fantastico.

Fino a quando non arriva il momento di saldare il conto dei drink bevuti e, con una scusa o con il sorriso, si gira verso di te e ti dice: “sono 7,50 € a testa”.

A testa??? Siamo al nostro primo appuntamento e non fai nemmeno lo sforzo di offrirmi un bicchiere di vino? Va bene che sono una femminista convinta. Credo nella parità dei sessi e nelle pari opportunità (quindi pari doveri). Sono autonoma in tutto quindi se voglio pagare io un conto posso farlo. Sono aperta di mentalità per capire che si esca dalle dinamiche canoniche della conquista. Però, santa pazienza, se è un primo appuntamento, se mi inviti TU ad uscire, se quello che abbiamo consumato è un aperitivo e non una cena a base di crudité nel ristorante stellato della città, credo sia educato, gradevole e di buon auspicio che si TU ad offrirmi da bere. E se proprio che sia IO  a decidere di offrirti da bere, non che mi ritrovi costretta a pagarti una metà netta di un conto che cazzo ne so se ho i 50 centesimi da darti

 

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Sigmund Freud ha elaborato una teoria sugli avari, una teoria molto interessante.

Essa sostiene che “(…) Dietro la tirchieria c’è un’enorme, inconfessata insicurezza negli affetti fondamentali, una ferita profondissima, antica. Niente vieta di spiegare l’avarizia direttamente come un sentimento di patologica insicurezza. Eppure io richiamo l’attenzione sul sintomo psicosomatico spesso presente negli avari: la stipsi” Cioè capite? Non solo vi prendereste un uomo tirchio, ma pure stitico… (Pensateci, dai). In più prosegue, e questo è il tasto dolente per davvero:

“La mamma del tirchio, è una figura onnipotente. Il più delle volte dietro un tirchio c’è una madre che magari non è capace di amare, ma sa benissimo controllare, onnipotente e imperversante. Ecco allora che il quadro si compone, e si vede come spesso siano avari quegli uomini che non si sposano per non condividere con una compagna gli averi, e anche perché non riescono a sfuggire alla mamma”.

Ma ve la immaginate una vita così?! Stenti e suocera ogni giorno contro di voi? Una lotta all’ultimo centesimo ed una donna che sarà sempre migliore di voi e al primo posto nei suoi pensieri??

E poi, la vita non è bello godersela nelle proprie possibilità? Perché un aperitivo poi si trasformerà in una cena, che si trasformerà in una vacanza dove si dovrà preventivare un continuo scambio di soldi contati precisi, e poi le bollette, la spesa, la benzina, il piatto di lasagne al forno da smezzare equamente, la torta di compleanno da mangiare con parsimonia, il regalo “potrei ma non voglio”.

È davvero questa la relazione paritaria che cercate? Io penso proprio di no, questa è una gogna, non uguaglianza di diritti e doveri all’interno di una relazione.

Indi per cui, tenersi a debita distanza dall’uomo tirchio, non vi amerà mai come ama i suoi risparmi.

 

McDuck

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