C’è un bel mix stilistico nella collezione di Alessandra Cappiello. Ci sono rimembranze Courreges anni ’60, le ampiezze degli anni ’70, i kimono giapponesi, i classici senza tempo e i colori vitaminici 2018. C’è anche un po’ di Alessandro Michele in Alessandra Cappiello. Ma è questo a renderla interessante, estroversa, a tratti incomprensibile.
Partiamo dal nome del brand: Morfosis. Una metamorfosi annunciata. Il continuo cambiamento a cui nessuno può sottrarsi, da cui deriva la resilienza, per adattarsi, nella forma migliore. Un istinto usato con intelletto, che nel caso del marchio regala immagini, sensazioni e informazioni sedimentate e rielaborate. In particolare la collezione SS 2018 ci segnala una parola, Eresia, “dottrina che si oppone direttamente e contraddittoriamente a una verità rivelata e proposta”. Ecco spiegata, o quanto meno allusa l’esplosione di colori nella sobrietà, contrasti nel rigore, onde nelle linee di assoluta pulizia. Tutto è possibile. Tutto si può dire. L’eresia è un dubbio positivo che riduce ogni certezza ad una semplice opinione e ogni donna ha la propria. Attraverso il susseguirsi di apparenti imperfezioni e contrasti la donna Morfosis persegue e raggiunge il suo proprio eclettico equilibrio con essenziale e sofisticata raffinatezza.
Leggerezza, sinuosità, incisività e forza si traducono nei tessuti, nelle fantasie e nei colori proposti.
La preziosità dei pizzi, la morbidezza dei tulle plumetille, la forza dei lurex, la luce dei metalli si sposano, si alternano, si insinuano e si incastrano nel rigore del piquet di cotone e delle pelli, nella leggerezza delle mussoline e delle organze, nella fascinosità delle sete per un risultato frizzante ed elegante insieme. La palette cromatica sintetizza la ricerca di equilibrio, laddove i rosa e i blu si macchiano di oro, rame e argento, incontrando il giallo, il viola e i verdi, risolvendosi infine nelle combinazioni di neri, costante stilistica del brand.