È un viaggio tra i lemmi dell’alfabeto fantastico sviluppato da uno dei padri del Cubismo quello proposto da Braque vis-à-vis. Picasso, Matisse, Duchamp, in mostra fino al 14 luglio al Palazzo della Ragione di Mantova. Un corpus di opere grafiche, libri d’artista e ceramiche che riunisce 150 lavori che si collocano tra le due guerre mondiali e nel secondo dopoguerra, che permette di apprezzare l’influenza di Georges Braque sugli artisti della sua generazione e su quelli della successiva, come Marcel Duchamp.
Curata da Michele Dantini e promossa dal Comune di Mantova, la mostra è organizzata e prodotta con la casa editrice Electa, con la partecipazione del Kunstmuseum Pablo Picasso Münster. Il merito dell’esibizione è appunto quello di mettere Braque in relazione con letterati e pittori che vanno ben al di là del sodalizio con Pablo Picasso, per cui è universalmente noto, concentrandosi sull’attività di illustratore per libri di poeti e scrittori come Apollinaire e Herrigel, così come sui lavori decorativi degli anni Cinquanta – tra cui spicca il soffitto realizzato per la sala etrusca del Louvre.
Con un focus sulle arti applicate, e in particolare sulla produzione matura e tarda dell’artista, Braque vis-à-vis permette di apprezzare quello che, nelle parole del curatore, è diventato il suo “orientamento ideografico o pittografico”, reso in un alfabeto fantasioso di lemmi ricorrenti, quasi ideogrammi o geroglifici (tra tutti, gli uccelli ipersemplificati, che diventeranno un motivo caratterizzante della sua opera), realizzati con una varietà di supporti e tecniche che spazia dagli olii alla ceramica, dalle litografie all’arte tessile, dai papiers collés alle faux-bois. Il tutto rappresentato con una coerenza stilistica che procede, per certi versi musicalmente, per variazioni e ripetizioni di elementi ricorrenti (non a caso uno dei confronti più interessanti dell’intera esposizione è con Jazz, il découpage di Henri Matisse).
Dal percorso della mostra emerge complessivamente l’anima artigiana di Braque, chiudendo un cerchio che si era idealmente aperto ancor prima dell’inizio della sua carriera (il padre Charles era un peintre en bâtiment, quindi più vicino al decoratore che all’artista), e che si completa nel marzo 1963 con l’ultima mostra in vita al Musée des Arts Décoratifs, in cui vengono presentati una serie di gioielli basati su suoi disegni. In mezzo, la passione per la boxe, il circo e il Far West, l’influenza dell’arte ellenica, le ferite fisiche ed emotive della guerra: insomma, la complessità del Braque uomo, troppo spesso passata in secondo piano perché fagocitata dal suo contributo alla nascita di una delle correnti artistiche e culturali più riconoscibili del Novecento.
Per maggiori informazioni: www.braquemantova.it