“Io allora avevo sempre la cinepresa con me, proprio come un pittore ha l’album e la matita.” Marinella Pirelli
Se Marinella Pirelli (1925-2009) è stata pittrice per tutta la vita, è la sua attività di cineasta e creatrice di spazi di luce quella per cui viene solitamente ricordata. Ripercorrere la sua carriera è l’occasione per fare il punto su un certo cinema sperimentale italiano a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta, indagando al tempo stesso la condizione femminile, il ruolo della donna nel sistema dell’arte dell’epoca, e le pratiche di produzione cinematografica private e artigianali.
Formatasi sul campo negli anni Cinquanta presso la casa di produzione Filmeco, dopo i lavori realizzati con la tecnica dell’animazione “a passo uno” (su tutti, Pinco e Palonca del 1963-64), Pirelli si è concentrata su progetti che rientrano nel cosiddetto Cinema Espanso, corrente che negli anni Settanta ha ragionato sul superamento della visione filmica tradizionalmente intesa come rapporto frontale tra spettatore e schermo.
Ed è proprio il suo eclettismo ad emergere nella mostra curata da Lucia Aspesi e Iolanda Ratti, promossa e prodotta da Comune di Milano | Cultura con Electa. Luce Movimento. Il cinema sperimentale di Marinella Pirelli fornisce infatti le coordinate per apprezzare appieno la sua variegata e innovativa produzione, anche in rapporto ad artisti come Bruno Munari, alla produzione di registi come Norman McLaren, e all’influenza che ha avuto sulla sua ricerca la cerchia di intellettuali e politici frequentata dal marito Giovanni Pirelli.
In un percorso espositivo suddiviso in 10 sale, aperto da Appropriazione, a propria azione, azione propria – Sole in mano (1973), la mostra si snoda attraverso film di animazione, la ricerca su temi cari alla poetica di Pirelli (luce, natura e colore, catturati in lavori come Bruciare del 1971), fino all’incontro con la critica d’arte e teorica femminista Carla Lonzi, da cui prende il via l’indagine sul proprio essere con lavori come Narciso (1966-67).
La ricchezza dei materiali presentati è fondamentale per ricostruire l’approccio creativo di Pirelli: ai film si affiancano infatti opere grafiche, tecniche miste su carta, frammenti di sceneggiature, locandine, modellini, lettere e corrispondenze, foto e sculture. La mostra al Museo del Novecento, con il relativo catalogo edito da Electa, completa così un lavoro di riscoperta dell’artista iniziato con i progetti espositivi ospitati al Museo della Permanente di Milano (2003) e a Villa Panza (2004).
Il cuore dell’esposizione è Film Ambiente (Environmental Screen), struttura cinematografica percorribile realizzata e brevettata nel 1969, qui presentata in una versione del 2004. L’opera, assieme agli ambienti generati da sorgenti luminose in movimento (Pulsar) e alle sculture di luce (Meteore), testimonia la ricerca ottico-cinetica dell’artista nell’ambito di un percorso sviluppato con costanza dentro le immagini in movimento, senza aderire formalmente a gruppi di avanguardia cinetica e programmatica come il Gruppo T.
Completa la mostra un ricco calendario di appuntamenti collaterali.
- 23 maggio: proiezione di film della regista Pia Epremian (18:30-20:30, Sala Conferenze);
- 30 maggio: seminario La musica nei film di Marinella Pirelli (17:30-19:30, Sala Conferenze);
- 6 giugno: visita guidata con l’artista Rosa Barba (18:00-19:00);
- 20 giugno: Vita intensa e luminosa di Marinella Pirelli, dialogo tra le curatrici e il critico d’arte Flaminio Gualdoni (ore 18, Sala Conferenze);
- 26 giugno: presentazione del libro Vita di Giovanni Pirelli. Tra cultura e impegno militante (ore 18, Sala Conferenze);
- 27 giugno: proiezione di film dell’artista Valentina Berardinone (18:30-20:30, Sala Conferenze).
Ingresso: intero 10 euro, ridotto 8 euro. Maggiori informazioni disponibili sul sito del Museo del Novecento.