Paolo ‘Il Veronese’: non dimenticare mai il mondo a cui appartieni

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Non succede che una mattina ti svegli e puoi decidere di cambiar casa, vita, amore e comperare un cane, cioè è una cosa che puoi anche fare ma il passato, puoi starne certo, tornerà a bussarti alla porta. Perché con la tua storia non puoi tirar giù la saracinesca, chiuder bottega e tanti saluti. Una storia che magari non ti piace, è piena di errori e pure un po’ noiosa, ma è la tua.

 

Succede anche con l’arte, sapete? Prendete me, innamorata di tutto quello che è arte e arte allo stesso tempo non è, di tutto quello che non deve avere più di cinquant’anni compiuti, poi un giorno mi trovo alla mostra di Paolo Caliari ‘il Veronese’ organizzata dalla mia città e mi innamoro di un tizio che di anni ne conta un mezzo millennio. A primo avviso potrebbe suonare come un discorso inflazionato, magari anche un poco stupido, ma gli italiani hanno un bel conto in sospeso con la propria eredità e non è che una mattina ti svegli e dimentichi che anche dentro di te vive un po’ di Buonarroti, di Tiziano e di Caravaggio. Paolo Caliari ‘il Veronese’, esposto a Palazzo della Gran Guardia fino al 5 ottobre 2014, ci ricorda che abbiamo una storia, e si tratta di una bellissima storia: fatta di tradizioni religiose, di narrazioni mitiche, che vengono intonate in un fraseggio di colori infuocati come solo la maniera italiana può insegnare. Ma Paolo Veronese ci insegna molto altro: che dobbiamo inseguire ciò che ci fa innamorare. Come ce lo insegna? Prendete lui, cresciuto nella bottega di Antonio Badile nel piccolo centro veronese, si sposta nell’ambito cortese mantovano, cuore pulsante del manierismo, dove sviluppa i tratti e i colori che non abbandonerà mai, nemmeno a Venezia, dove trascorrerà di seguito gran parte della sua vita, si sposerà, farà due figli, raccoglierà fama e riconoscimenti, ma non si allineerà mai al gusto paesaggistico e pacato della Venezia dei suoi anni. Paolo Veronese è un trionfo di rosso carminio, rosa infuocato, ricami e drappeggi, è una scarica innovativa che si svincola dalla tradizione veneta, e si cosparge di teatralità ed estrema forza illusionistica. Paolo Veronese è sapienza compositiva che acquisisce dagli stretti rapporti di amicizia con i maggiori esponenti dell’architettura italiana: Sanmicheli, Palladio, Sansovino. Non vi è narrazione mitologica, non vi è pala d’altare da lui firmata che non comunichi l’intensità del suo amore verso la pittura. Dopo ventisei anni Verona torna ad omaggiare uno dei suoi più illustri cittadini e la sua storia e lo fa, finalmente, con una mostra pregnante. Il destino ha un modo tutto suo di trovarti, cerca di non dimenticare mai il mondo a cui appartieni, perché arriverà quel giorno in cui te ne innamorerai nuovamente e perdutamente.

 

PAOLO VERONESE “L’illusione della Realtà”

Palazzo della Gran Guardia, Piazza Bra, Verona

5 luglio – 5 ottobre 2014

 

 

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