Film Persi e Ritrovati #1

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Partendo dal presupposto che le liste vanno sempre di moda ed a seguito di un suggerimento che mi ha fatto scoprire quella intitolata Mi consigli un film?, compilata su kekkoz.com (tutti titoli che dovreste vedere), mi lancio nel mucchio integrandola con una serie di titoli che potrebbero esservi sfuggiti ma, senza dubbio, vale la pena di recuperare.

L’ordine è sparso e la reperibilità, a meno che non vogliate sfidare la legge, scarsa. Eppure sono sicuro che farete di necessità virtù. A buon intenditore poche parole.

Iniziamo con un gioiellino che a malapena ha sfiorato le sale italiane.


Locke, diretto con piglio sperimentale dall’inglese Steven Knight (creatore della serie tv Peaky Blinders, un appassionante Boardwalk Empire in salsa british), è interamente girato all’interno di un automobile, in tempo quasi reale. Un solo attore: Tom Hardy, ripreso da tre Red Camera 1, è stato costretto a recitare il film per segmenti da 27 minuti, quattro volte. Il montaggio delle varie angolazioni, ottenute posizionando le cineprese davanti ed attorno a lui, è drammaticamente travolgente.

Il protagonista, Locke, abbandona il cantiere a cui sta lavorando per correre, nottetempo, al capezzale dell’amante che ha messo incinta e che sta partorendo, sola, a Londra. Un’ora e mezza di autostrada per confessare il peccato alla moglie, salvare il lavoro di mesi e confrontarsi col fantasma di un padre assente, del quale lui non vuole essere l’erede morale.
Hardy straordinario, misurato, in una battaglia statica con le voci incorporee che lo tormentano in viva voce. Non c’è un secondo di noia ed il film si rivela uno dei migliori esperimenti “d’autore” degli ultimi anni.


Il fuoco della vendetta, di Scott Cooper, è un “vengeance movie” di quelli che non si vedevano dagli anni ’70. Cast stellare: Christian Bale, Casey Affleck, Zoe Saldana, Willem Dafoe, Woody Harrelson, Sam Shepard, Forrest Whitaker, per un dramma viscerale ambientato in una delle zone più depresse degli USA, dove le sorti di un ex galeotto, di suo fratello e di uno terribile spacciatore s’incrociano con echi shakesperiani.

Teso, durissimo, senza sbavature melodrammatiche, questo film ci riporta a un cinema che sapeva andare al sodo senza perdersi in fronzoli stilistici o effetti speciali. Se i melensi virtuosismi narrativi del post Kill Bill vi hanno fatto venire la nausea, questa è la cura ideale.


Nello stesso spazio ideale vive Joe, di David Gordon Green, col quale il regista torna alle origini indie dopo gli scivoloni comico-demenziali di Strafumati, Sua Maestà e Lo spaventapassere. Tre capitoli da dimenticare, parzialmente redenti dallo stralunato Prince Avalanche (che ricordiamo soprattutto per la colonna sonora degli Explosions in the Sky), che avevano eclissato gli esordi serissimi di un autore che sa entrare in intimo contatto con l’umanità relegata ai margini dalle società americana.

In Joe ritroviamo un Nicholas Cage finalmente attore (non divo al minimo sindacale), nel ruolo di un capomastro dal passato burrascoso che si prende la responsabilità di fare da padre surrogato a un adolescente abbandonato. Colpiscono al cuore le atmosfere e le facce, vere, dei lavoratori a giornata costretti ad avvelenare alberi per il comune. Una nazione sdentata e precaria che tenta di sopravvivere a quel sogno americano che, per i più, non si realizzerà mai.


Un film che non vedremo mai nelle sale è il francese L’ordre et la morale, che in inglese è tradotto Rebellion, splendido ritorno alla regia di Mathieu Kassovitz, che dopo un esordio di culto come L’odio, si è perso tra thriller e horror poco memorabili. Qui racconta con scoperta passione politica i giorni della crisi degli ostaggi catturati in Nuova Caledonia dagli indipendentisti locali.

Un film di guerra ambizioso, realistico, nel quale la tensione monta fino a un finale degno dello sbarco di Salvate il soldato Ryan, con l’aggiunta di una pietas che Spielberg sembra non conoscere. La tragedia si dipana tra paesaggi meravigliosi ed indifferenti, come già ne La sottile linea rossa ma senza le citrullerie new age di Malick.

Alla settimana prossima per altri consigli, tra cui horror, documentari e un western imperdibile.

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