Da Topolino a Bottecchia fino al Messico. Troppo spesso, autori che lavorano per le “major” come Disney o Bonelli, si fermano lì. Vuoi per la grande mole di lavoro, vuoi per il compenso che – per fortuna – in certi casi consente di fare davvero il mestiere di fumettista, vuoi per altri motivi… ma c’è chi si contraddistingue sempre per l’originalità e, anche se ama follemente topi e paperi, ogni tanto ha bisogno di prendere una pausa e di sperimentare. E’ il caso di Andrea Ferraris che questa settimana, al Napoli Comicon, debutta con “Churubusco” edito da un editore davvero distante dal mondo disneyano: Coconino.

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Vent’anni di Topolino, un topo d’oro vinto per la miglior storia dell’anno, ma tanta voglia di raccontare altre storie. Andrea aveva già sperimentato la graphic novel con Bottecchia, edito da Tunuè. Lo stile era ancora morbido e caricaturale, “disneyano” a modo suo.

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Ma con Churubusco Ferraris ha cambiato rotta. Ha sciacquato i panni nella Senna, trasferendosi a Parigi, e ha abbandonato il pennello morbido per regalarci uno segno “sporco”, un carboncino intimista che ben racconta la storia ambientata  durante la guerra tra Stati Uniti e Messico del 1846.

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Probabilmente, sarà uno dei migliori libri del 2015. E col Messico nel cuore. Da sempre…

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