Instagram, intervista a Ilaria Barbotti

Fondatrice di Instagramers Italia e autrice di Instagram Marketing

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Una chiacchierata con Ilaria Barbotti aka @ilarysgrill su Instagram.

Come è iniziata la tua avventura con Instagram, uno dei Social Network più più usati in tutto il mondo?

L’avventura è iniziata nel marzo del 2011, quando m’iscrivo a Instagram*.
In una giornata di nullafacenza a casa, scopro questa App. E mi iscrivo con il mio profilo @ilarysgrill.
Sono sempre stata un’appassionata di fotografia ed è per questo che Instagram mi ha ispirato sin da subito.
All’epoca non c’erano molti profili, per la maggiore solo americani. È stata un’occasione per seguire molti fotografi americani…

*(Digital in Italia in 2018 di We Are Social afferma che oggi, Instagram tocca i 16 milioni di utenti mensili)

E la curiosità si è trasformata in un percorso professionale. Raccontaci la tua storia.

Il mio percorso professionale è cambiato molto in questi ultimi anni, pur sempre restando nell’ambito della comunicazione, marketing e del digitale. Mi sono laureata nel 2007 all’Università di Macerata in Scienze della Comunicazione – Esperto in Pubbliche Relazioni e poi ho seguito un corso post-laurea sulla comunicazione d’impresa. Inizialmente ho lavorato in azienda nel settore marketing pubblicitario, prima come pianificatore di campagne pubblicitarie e poi come Social Media Expert.
In quel periodo e precisamente nella mia terra, le Marche, si era in pochi a utilizzare i social. Il più diffuso era Facebook e decisamente molto poco, Instagram.
Poi, nel frattempo le aziende hanno iniziato ad utilizzare questi canali di comunicazione e promozione in maniera strategica. Così, dopo la richiesta ed il consenso di Philippe Gonzalez, il fondatore degli Instagramers (la community mondiale degli appassionati di Instagram) apro il profilo @igersitalia. E da lì cambia un po’ la mia storia.

Che cosa succede dopo che fondi l’account e crei la Community di IgersItalia?

Con l’apertura di questo canale e di questa Community si allarga in maniera esponenziale il mio ambito di competenze e soprattutto conoscenze di relazioni importanti. Persone di tutte le età e di tutt’Italia che vogliono entrare a far parte in maniera attiva della Community, trasformando l’account in un mezzo fondamentalmente di promozione del territorio.
Sostengo che la forza fotografica sia un volano per la crescita, la valorizzazione e la conoscenza dell’Italia come meta turistica.
È anche la motivazione con cui Igersitalia è nata e con la quale procede negli anni. Certo, ci sono molte cose che sono cambiate, ma una fondante è successa nel 2013, quando IgersItalia è diventa un’associazione. Io ne sono il Presidente da allora.
Le mutazioni sono condizionate inevitabilmente dallo stesso Social, che non si è mai fermato un attimo. Un punto di svolta è stata l’acquisizione di Facebook che l’ha insito nella veste del business, trasformandolo a tutti gli effetti in una piattaforma ambita e ricca di influencer marketing.
Oggi il 90 % dell’utenza Instagram vuole trovare anche un possibile guadagno e non più solo una semplice condivisione di momenti, ricordi o emozioni attraverso lo scatto fotografico.

Parliamo del libro “Instagram Marketing” edito da Hoepli.

Nel 2015 scrivo il mio primo libro, che è anche il primo libro pubblicato in Italia a parlare di Instagram. Fino a quel momento non era mai stato pubblicato scritto nessun testo su Instagram, che parlasse del social come strumento di marketing. Oggi, ne parlano tutti, ma nessuno prima aveva coniato questo termine, unito al settore della promozione con finalità di business.
Il libro ha riscontrato un buon successo, fondamentalmente proprio per un motivo: ancora oggi ci sono delle grosse reticenze nel pensare che Instagram sia un canale di promozione aziendale a tutti gli effetti. Il luogo comune vuole che questo social sia ancora visto come un passatempo per fotografi e teenager. In realtà nell’ultimo anno le tendenze commerciali sono abbastanza cambiate soprattutto con il fenomeno degli influencer e con le tante campagne che vengono fatte su Instagram da brand di moda, beauty, enti del turismo e dalle tantissime collaborazioni che vediamo ogni giorno nascere.

Per scoprire gli aggiornamenti, invito tutti voi di Bobos, in occasione della Milano Digital Week, alla presentazione (moderatrice Petunia Ollister, instagramer e scrittrice) del mio secondo volume, che ho intitolato: “Instagram marketing. Strategie e regole nell’influencer marketing” alla Libreria Hoepli di Milano – giovedì 15 marzo h 18:00.
Con me, intervengono Giuliano Ambrosio – digital strategist, Amedeo Novelli – fotografo e Vatinee Riva Suvimol – blogger.

Ci racconti com’è il tuo lavoro? E dei progetti interessanti che hai seguito, come ad esempio quello che hai realizzato per la tua regione attraverso il Marche Express?

Se vuoi definirmi con un job title potrei suggerirti: Digital PR e Presidente di Igersitalia.
Il mio lavoro è sempre stato molto legato alla comunicazione social e negli ultimi 3-4 anni si è molto verticalizzato sulle Pubbliche Relazioni, digitali ovviamente.
Mi piace coinvolgere le persone nei progetti. Cerco di lavorare sempre con persone nuove, che hanno dei progetti fotografici particolari da poter collocare in maniera interessante in contesti o situazioni imprenditoriali che gestisco o curo.
La progettazione dipende dal cliente ma molto spesso sono io a lavorare direttamente sul concept completo, partendo dagli asset aziendali o di brand.
L’esempio, che mi hai citato, è per la Regione Marche. Un ultimo progetto è nato proprio da una mia idea, in cui ho creato un nuovo format completamente diverso da quanto realizzato prima, coinvolgendo influencer di vario titolo e livello, fotografi, videomaker, instagramer e blogger in itinerari attraverso tutta la regione guidati da “local guide” . Questo progetto è stato possibile grazie a Confcommercio Marche e alla Regione Marche che si sono spinti in un progetto innovativo e di grande successo, tanto da ricomparire dopo pochi mesi (un po’ con la formula del ‘copia&incolla’) in altri territori italiani. Per chi ha creduto in questo progetto, può a testa alta sentirsi più che contento e soddisfatto, anche perché Marche Express nasce dalla voglia di riscattarsi dopo il terremoto e quindi con il desiderio ed il bisogno di mostrarsi e raccontare in maniera positiva la destinazione Marche.

Quali sono i settori dove ti senti più coinvolta lavorativamente?

Sono fondamentalmente una Digital PR con progettazione creativa per brand ma anche per destinazioni turistiche.
Sicuramente i settori in cui mi sento più a mio agio sono il Travel, il Food & Beverage, Hi tech/ Fotografia e Beauty. Forse anche la Moda, ma sono meno presente.
Nonostante conosca molte aziende manifatturiere marchigiane nel settore moda, faccio un po’ fatica a interagire col mondo “fashion” e quindi preferisco colloquiare con altri, anche se, ripeto, ho lavorato con diversi brand di moda nazionali.

Cosa nutre la tua passione?

La passione è alla base di tutto!
Se non avessi passione per la fotografia, per le pubbliche relazioni, se non mi mettessi ogni giorno in discussione creando progetti nuovi e innovativi… non potrei lavorare più.
Passione e creatività sono per me alla base del mio lavoro, sempre.
Quindi, non posso fare a meno di essere sempre alla ricerca di idee, di persone che possano ispirarmi.
Ho bisogno di avere intorno a me persone che mi stimolino sia a livello creativo che umano. Non riesco a lavorare con persone dal forte ego o con quelle che hanno sempre la risoluzione per ogni problema.

Una tua peculiarità?

La progettazione creativa e sartoriale ma soprattutto la grandissima e reale conoscenza dei content creator con cui lavoro e dell’ecosistema influencer italiano ed europeo.
Tutte le persone che coinvolgo nei miei progetti, le conosco davvero. E nel mio mondo non è così scontato!
Questo per me è un grande valore aggiunto, quel di più che nessuna agenzia o freelance, che non vive Instagram dagli esordi (2011), può avere oggi e che fa la differenza anche in fase di seeding e selezione dei profili per ogni progetto.
Spesso le agenzie lavorano sempre con gli stessi influencer per ragioni di poco tempo e poca conoscenza di questo mondo.
Io consiglio senpre in modalità sartoriale coinvolgendo le persone giuste per ogni diversa progettualità.

Nel tuo futuro cosa vedi?

Vedo bellissimi viaggi in mete lontane dove posso rigenerare la mia mente.
A fine mese sono ad Hong Kong e a Bali. Poi vorrei andare in Giappone.
Viaggiare all’estero è la mia prima scelta di vita. Amo molto l’Asia e l’Europa dell’estremo Nord.

Quali consigli puoi dare a chi vuole lavorare con Instagram?

Cercare di ricavarsi una nicchia.
Oggi Instagram è overbooking. È pieno di profili interessanti.
Per Riuscire a lavorare con questo canale è necessario puntare verso una nicchia non ancora coperta.
Le realtà sono diverse, di certo non quella del Travel in cui sono presenti già N milioni di utenti e che lo fanno da più tempo. L’importante è riuscire a sapersi raccontare con un proprio stile (fotograficamente) anche nelle tonalità delle foto, nel feed in generale, nella storia.
La cultura e l’arte, per esempio, hanno un grosso gap.
Non esistono account, almeno in Italia, che fanno questo lavoro in maniera quotidiana. Mancano profili interessanti nello sport, nel fitness, nello yoga e nel benessere. Ci sono molti che lo fanno ma in maniera non costante. Tutti profili molto interessanti, ma che vengono seguiti poco.
Per interessante intendo con un buon engagement e ottime foto più un filo di storytelling, un progetto vero e non solo “markette” ma anche una storia da raccontare e che possa appassionare.

Se non facessi quello che fai?

Assolutamente un lavoro manuale, più fisico. Qualcosa legato alla natura e alle cose semplici. Esule totalmente dal contesto del marketing anche se poi chiaramente quella è la mia vena e forma mentis.
Sono certa che anche se facessi un lavoro “manuale” alla fine andrei a concentrarmi su qualcosa di spirituale, più vicino alle persone. Back to the roots

Un’ultima domanda. Mi dedichi un accenno sul Comitato Scientifico di InstagramersItalia?

Il Comitato Scientifico nasce con un obiettivo molto importante: far sedere ad un tavolo le figure professionali più importanti della comunicazione digitale italiana, agenzie PR, università poi, ora anche istituzioni nazionali, che lavorano e si confrontano sulla professione del Digital Content Creator.
Dà, inoltre, vita ad un codice etico, sempre aggiornato, o meglio delle linee guida per dare un aiuto ed un contributo a chi vuole fare parte di questo mondo e farne un lavoro.
Si cerca di dare dei consigli su come muoversi al meglio.
È di fatto un codice di autoregolamentazione dell’Associazione Igersitalia che vanta anche la partecipazione dell’Unione Nazionale Consumatori e dello IAP (Istituto autodisciplina pubblicitaria), attori più istituzionali di questo processo.

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