Avete presente la sigla di Twin Peaks? Se come me, eravate bambini quando la serie andava in onda nelle televisioni generaliste, vi ricorderete l’effetto che provocava l’ascolto di quel pezzo realizzato da Angelo Badalamenti. Un misto di paura, angoscia (la chitarra che sembra avanzare da una memoria sepolta chissà dove, quasi qualcosa di ancestrale) e le aperture di sintetizzatori che vanno a aprire squarci di apparente serenità e bellezza. Nonostante, o proprio per questo, il mix di sensazioni contrastanti, non potevi non avere voglia di ascoltare quel brano. E forse ci si sentiva anche un po’ osservati, spiati, con il terrore di essere rapiti come la protagonista Laura Palmer.
Matteo Signorelli, aka Reverie, propone un lavoro grafico che gioca con l’oscurità, con gli occhi che guardano attraverso la notte, e con l’iconografia pittorica, prendendo spunto da un certo rigore formale che si traduce in una visione grottesca, tra il divertimento e l’inquietudine.
Ecco come prendere Guido Reni e Raffaello, cristallizzarli nel tempo e farli diventare qualcosa di contemporaneo, di vicino alle forme di oggi, quasi un monito che il passato è sempre in agguato e ci sorveglia. Qualcosa di assolutamente affascinante e spaventoso nello stesso istante, lontano da qualsiasi sicurezza e da ogni forma di controllo. Il rapimento è dietro l’angolo.