Grand Prix // Republic of Fritz Hansen + Diego Grandi + Pietro Sedda

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Nel 1957 Ingrid Bergman vinceva l’oscar con Anastasia, Arne Jacobsen, lo stesso anno, progettò una sedia che sarebbe diventata una vera e propria icona: il modello 3130 ai più conosciuta con il nome Grand Prix. Oggi, a distanza di 57 anni se ne celebra il rilancio grazie ad un’installazione davvero particolare che vede coinvolti Fritz Hansen Store Milano, il designer Diego Grandi ed il tatuatore Pietro Sedda.

Diego Grandi, invitato da Fritz Hansen a ideare un progetto che caratterizzasse il rilancio della sedia Grand Prix con base in legno, decide di celebrarne la sua autenticità scrivendo una storia direttamente sulla sua “pelle”. Dal momento che le linee di questa iconica seduta evocano la flessuosità di un corpo, come tale è stata osservata: cercando di esaltarne le peculiarità attraverso un segno intimo, indelebile, permanente.

Grandi decide così di interpellare Pietro Sedda, uno dei massimi rappresentanti dell’arte del tatuaggio, per intervenire con l’inchiostro su 9 sedie (7 in legno e 2 in pelle) interpretando la sagoma della scocca come fosse una figura umana, un corpo da decorare.
E’ questo un atto simbolico e coraggioso che, da parte dei due creativi, sottolinea e caratterizza l’identità di ogni seduta con rimandi a luoghi, memorie, sogni surreali e fantastici. Questi elementi, che fanno parte dell’immaginario di Sedda, legato al passato e alla nostalgia, rappresentano un presente che è stato e che non sarà mai più, esattamente come in quelle favole che hanno un’aura di tristezza che permea tutto il racconto.

Questi pezzi unici saranno esposti dall’11 settembre al 13 novembre presso la capsule window dello Store di Corso Garibaldi 77. L’istallazione curata dallo studio di Diego Grandi, DGO, offrirà pattern grafici e superfici specchianti che restituiranno nuovi punti di vista sulla Grand Prix.

Durante la serata di finissage del 13 novembre, le sedie verranno vendute a scopo benefico. I proventi saranno devoluti all’associazione Dynamo Camp, individuata come beneficiario, oltre che per la sua ammirevole attività con i bambini, anche per l’attenzione che dimostra verso l’arte. Ogni anno il camp ospita infatti affermati artisti contemporanei che coinvolgono i bambini in opere collettive, guidandoli nella ricerca di nuove forme di espressione.

// APPROFONDIMENTI //

[column grid=”3″ span=”1″]La sedia, progettata da Arne Jacobsen nel 1957, presentata da Fritz Hansen alla Designer’s Spring Exhibition presso il Museo di Arte e Design di Copenhagen, originariamente conosciuta come modello 3130, è stata ribattezzata Grand Prix, poco più tardi nello stesso anno, dopo aver vinto l’omonimo premio alla XI Triennale di Milano. La Grand Prix veniva prodotta con le gambe in legno, successivamente rimpiazzate dalla base in acciaio utilizzato per il celebre modello Serie 7.
Grazie ai nuovi metodi produttivi, viene ora reintrodotta nella versione originale che va ad affiancare la versione con gambe cromate. L’attenzione ai dettagli e il design semplice conferiscono alla sedia una forte personalità, tanto da renderla capace, da sola, di caratterizzare un intero spazio. E’ disponibile in due finiture: legno naturale (rovere e noce) e laccata a poro aperto in 9 colori. Sono inoltre disponibili le versioni con imbottitura frontale o completamente imbottita e rivestita in un’ampia gamma di tessuti e pelli.
[/column] [column grid=”3″ span=”1″]Diego Grandi vive e lavora a Milano dove nel 2002 fonda DGO_Diego Grandi Office, studio di progettazione che si occupa di product, interior e design consultancy. Affianca all’attività di progettista quella di docente presso università e scuole di design. I suoi progetti sono stati selezionati all’interno di eventi, premi e mostre internazionali, come la terza interpretazione del Design Museum presso La Triennale di Milano, il Good Design Award del Chicago Athenaeum e l’ADI Design Index.
Tra le aziende con le quali collabora e ha progettato vi sono Abet Laminati, Casamania, Ferrino, Fritz Hansen, Lea Ceramiche, Mogg, Skitsch e Zucchetti.
[/column] [column grid=”3″ span=”1″]Pietro Sedda ama definirsi artista visivo e pittore, ha lavorato per anni con gallerie d’arte e musei ma è col tatuaggio che riesce ad esprimere maggiormente il suo essere e il suo immaginario. Questo tipo di arte, all’apparenza semplice prodotto artigianale, gli permette oggi di rappresentare ciò che vuole con uno stile personale e unico.
La pelle diviene solo un supporto, così come il tatuaggio è solo una tecnica. Il fine per lui è raccontare belle novelle.
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Photos by Giuliana Tammaro e Delfino Sisto Legnani – all © reserved

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