Il mito del punk rivive in immagini

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Quando si parla di musica, non si tratta soltanto di ascoltare. La musica si può anche guardare. La musica proietta nella nostra mente ricordi ed esperienze, disegna un’immagine precisa davanti ai nostri occhi che suoni e parole rendono vivida e reale. Ogni gruppo, ogni artista affiora poi nella memoria in figure che lo ritraggono e lo rappresentano, che lo rendono quell’icona senza tempo che continua a scandire il ritmo di ogni attimo della nostra vita.

Quando penso ai Sex Pistols ricordo la quinta ginnasio, i cd dei Ramones e dei Clash, le scritte col pennarello indelebile sullo zaino blu. E allo stesso tempo penso all’inconfondibile ritratto della regina che, quello sì, sicuramente non sarà apparso soltanto davanti ai miei occhi al solo leggere nero su bianco il nome del celebre gruppo londinese.

 

Jamie Reid, Learn from the past. Live in the present. Look to the future

Jamie Reid, Learn from the past. Live in the present. Look to the future – 2011

 

Ed è proprio con questa iconica immagine che si apre Punk in Britain, l’esposizione dedicata ai quarant’anni del punk in mostra fino al 28 agosto alla Galleria Carla Sozzani di Milano.

Un’esposizione nella quale sette fotografi prestano al pubblico i loro occhi per guardare la musica dei protagonisti del punk britannico, raccontando con oltre 90 fotografie quel fenomeno culturale che negli anni Settanta ha rivoluzionato il linguaggio della moda e della musica londinese, e non solo.

Le note ribelli di Anarchy in the UK e dei più noti successi del gruppo accompagnano lo spettatore in un percorso tra gli scatti di Simon Barker (Six), Dennis Morris, Sheila Rock, Ray Stevenson, Karen Knorr, Olivier Richon, John Tiberi e tra disegni, grafiche e collage dell’artista Jamie Reid.

 

La mostra Punk in Britain, attualmente in corso a Milano 

 

 

“Quando sono arrivata in questo paese, ho capito che la musica popolare non solo andava di pari passo con la moda, ma ne era ispirata. Era come un matrimonio. Era una tribù di moda. Non c’erano soldi, i giovani esprimevano la loro creatività nel modo di vestire”. Così Sheila Rock, la fotografa approdata in Inghilterra dall’America proprio nel 1970, tra le prime a documentare la punk era. È suo lo scatto di SEX, il negozio che Malcom McLaren, il creatore dei Sex Pistols, e la allora compagna Vivienne Westwood aprirono nel 1974 al numero 430 di King’s Road a Londra, dove i Sex Pistols acquistavano le loro camicie strappate e i loro abiti con le borchie. Il potere della moda come strumento di ribellione emerge in ogni fotografia esposta in mostra: spille da balia, abiti tagliati e riassemblati, tutti dettagli che Karen Knorr e Olivier Richon immortalano nei loro ritratti del mondo notturno della scena punk rock londinese. Tra gli scatti spiccano le parole di Vivienne Westwood: è lei stessa a definire il modo di vestire come una forma di confrontarsi con uno status quo in degrado, una sequenza di idee che culmina nel punk.

 

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Sheila Rock, Jordan outside SEX, 1977 – Sheila Rock Photography

 

La “guerra anarchica musicale” dei Sex Pistols, così definita dall’allora giovanissimo fotografo del gruppo Dennis Morris, è testimoniata dalle smorfie fiere di Sid Vicious, dai primi piani di John Lydon, dagli scatti che raffigurano il “Bromely Contigent”, l’inseparabile gruppo di fan formato da Billy Idol, Soo Catwoman, Siouxsie Sioux, Adam Ant, Jordan e Debbie.

 

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Ray Stevenson, Soo Catwoman, ottobre 1976 - ©Ray Stevenson

Ray Stevenson, Soo Catwoman, ottobre 1976 – ©Ray Stevenson

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John Lydon, Marquee Club, Londra 1977 - © Dennis Morris

John Lydon, Marquee Club, Londra 1977 – © Dennis Morris

[/column] [column grid=”3″ span=”1″]Imperdibile poi la sezione dedicata a Jamie Reid, l’artista che con i collage di lettere ritagliate dai giornali, i flyer del 100 Club, la grafica trasgressiva delle copertine dei dischi cerca di raccontare ed esprimere “lo spirito della musica e delle canzoni, il carattere dell’intera band”.

E, a giudicare dall’immagine che tutti noi abbiamo nella mente quando pensiamo ai Sex Pistols, ci riesce.
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