I love trekking: l’Orsigna di Terzani

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« Finirai per trovarla la Via, se prima hai il coraggio di perderti », il giornalista e scrittore fiorentino Tiziano Terzani così coglieva l’essenza della vita per regalarla al mondo in parole semplici, in uno dei suoi più celebri libri Un altro giro di giostra, Longanesi, 2004.
Un grande uomo, un piccolo borgo e l’universo su cui riflettere, tre dimensioni completamente diverse che hanno elevato la sua figura di giornalista a molto di più: un reporter, un po’ viaggiatore, di quelli romantici, soprattutto guida spirituale. Tiziano Terzani ha seguito la storia, l’ha documentata in prima persona e raccontata prima attraverso l’essenziale resoconto giornalistico, dopo attraverso parole intrise di quella saggezza propria di chi si è accollato il peso di certe vicende e le ha raccolte poi nei suoi libri.

 

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Di umili origini, nato nel quartiere popolare di Monticelli a Firenze, intraprese la carriera di giornalista « perché alle corse podistiche arrivavo sempre ultimo » affermava Tiziano. In realtà, invece di una scelta per esclusione, è stata la sua instancabile curiosità, il coraggio, la tenacia e sensibilità che lo portarono inevitabilmente a viaggiare e raccontare ciò che vedeva.

Ha vissuto gli strazi della guerra, esplorato terre lontane, soprattutto in Asia, lottato per ideali di pace e uguaglianza, in costante cammino alla ricerca della conoscenza; cammino che ha terminato in un piccolo borgo dell’Appennino Pistoiese, l’Orsigna. Un luogo dall’atmosfera serafica, lontano da tutto ma più vicino all’universo, di grande ispirazione per chi sapeva osservare la vita e sviscerarne i suoi aspetti più fondamentali.

 

valle-orsigna autunno
Orsigna è un piccolo borgo di circa 80 anime incastonato tra le montagne dell’Appennino Pistoiese, al confine con l’Emilia. Il nome trae origine dal fiume che lo attraversa e forma la splendida vallata.

 

 

Il trek

 

faggeta appennino pistoiese

 

 

 

 

Castagni e faggi formano splendide foreste, fra le più belle di tutto l’Appennino, che ricoprono i versanti dei monti che per poco non raggiungono i 2000 metri di quota. Ambienti ideali dove effettuare trekking tutto l’anno e ciaspolate in inverno, ma è l’autunno il periodo in cui merita di più apprezzare i panorami di questa vallata. Il paesaggio, grazie alle calde tonalità cromatiche tipiche autunnali, sembra prender forma grazie alla mano di un pittore, variopinto come i più famosi quadri impressionisti.

Ad esempio, proseguendo poco oltre il ristorante Molino di Berto si incrocia uno degli accessi del sentiero n° 5 del CAI; altro non è che la vecchia strada medievale che veniva percorsa per valicare l’Appennino. Dal Duecento fino al Settecento è stata proprio la principale via di comunicazione fra il territorio di Pistoia e quello di Bologna, a cavallo della catena montuosa che costituisce spartiacque naturale tra la due province e fu area doganale ai tempi del Granducato di Toscana, frequentata da pellegrini, viandanti, pastori, carbonai e animata dalle scorribande dei briganti che cercavano di eludere i controlli della dogana.
L’itinerario porta sul crinale al confine con il bolognese, fino a raggiungere il Rifugio Portafranca con un bel panorama sulle vallate. Priva di difficoltà tecniche è adatta a chiunque, sebbene sia opportuno avere un po’ di preparazione fisica considerando il dislivello in salita.
Un luogo intimo, pervaso da quell’atmosfera mistica cara allo scrittore, dove lo sguardo può spingersi libero sulla vallata e sul resto del mondo.

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