Arte contemporanea a Venezia oltre la Biennale di Architettura

"Two is meglio che one": l'arte a Palazzo Grassi e Punta della Laguna

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Siete alle prese coi preparativi per il vostro soggiorno a Venezia in vista della 16. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia e cercate delle proposte d’arte in città?
O semplicemente vi state guardando intorno e volete andare a vedere una mostra d’arte contemporanea?

Bobos vi segnala “Dancing with myself”, la mostra collettiva che ha inaugurato un mese fa a Punta della Dogana di Venezia.

Il titolo ricorda la canzone scritta da Billy Idol e dal bassista Tony James per la band Generation X nel 1980 e che fa parte dell’album Kiss Me Deadly (1981).
Un singolo simbolo della rivoluzione rock londinese e un’espressione di un’epoca: capelli biondo platino, vestiti in pelle con borchie e sguardo sexy sono l’immagine di Billy Idol nel videoclip di questa canzone… Così, per Martin Bethenod e Florian Ebner, curatori della mostra, “Dancing with myself” è l’occasione per acquisire una conoscenza di se stessi nella rappresentazione delle opere artistiche che hanno segnato la storia dell’arte dagli anni ’70 a oggi.

In mostra artisti big del calibro come Cindy Sherman, Gilbert & George, Nan Goldin e molti altri, protagonisti e oggetto stesso dell’opera d’arte.

145 opere provenienti dalla Pinault Collection e dal Museum Folkwang di Essen, tra fotografie, quadri, video, sculture ed installazioni di diverse nazionalità ed epoche in rappresentanza di quattro tematiche diverse: la malinconia e la vanità, il gioco ironico dell’identità, l’autobiografia politica, la riflessione esistenziale e il corpo come scultura, effigie o frammento, e la sua rappresentazione simbolica.

A Punta della Dogana troviamo quest’idea delle tematiche, che secondo me sono molto importanti perché consentono anche di presentare opere a volte difficili o sofisticate con un argomento, con un fil rouge che le rende apprezzabili e comprensibili al grande pubblico. Dancing With Myself è dedicata all’uso dell’immagine che gli artisti fanno del proprio corpo, della propria immagine.

Spiega Martin Bethenod, direttore e amministratore delegato di Palazzo Grassi.

La collezione Pinault si sviluppa tra Punta della Dogana e Palazzo Grassi

Il biglietto di 18€ è il pacchetto intero per visitare anche l’altra sede della Collezione Pinault. A Palazzo Grassi, infatti, dopo l’imponente personale di Damien Hirst “Treasures from the Wreck of the Unbelievable” conclusasi domenica 3 dicembre 2017, è dedicata:

Una retrospettiva al pittore tedesco Albert Oehlen, che secondo me” – Martin Bethenod – “sarà interessante perché Palazzo Grassi è un posto meraviglioso e che si presta alla pittura.

“Cows by the Water”

La parabola pittorica di Albert Oehlen (Krefeld, 1954), in mostra con più di 80 dipinti fino al 6 gennaio 2019, è un itinerario disegnato secondo le tappe creative dell’artista dagli anni ’80 a oggi.

Ci sono quadri con pennellate ritoccate da dita come faceva Tiziano nel periodo conclusivo della sua carriera (dovuto alla cecità), slogan pubblicitari mescolati da colori accesi in stile pop, geometrie o figure che si combinano con lo sfondo del quadro come accidentalmente diluite dalla trementina.

Un insieme di opere dall’atmosfera confusa ma consapevole che con precisione ha studiato la curatrice Caroline Bourgeois per rappresentare l’immaginario di un artista allergico alle convenzioni e alle tendenze, ma sensibile alla storia e agli influssi rinascimentali (come nell’immagine del quadro qui sotto – fonte @luciapecoraro_ in Instagram – dove il soggetto che s’intravede sembra essere ispirato dal celebre dipinto “La Vergine delle Rocce” di Leonardo da Vinci) o del surrealismo, reinterpretati per un personale linguaggio.

 

 

Albert Oehlen by @luciapecoraro_ Instagram

Albert Oehlen by @luciapecoraro_ Instagram

Foto di copertina fornita per gentile concessione dell’artista e Metro Pictures, New York
Untitled #578, 2016 di Cindy ShermanCollezione Pinault
Stampa in metallo a sublimazione 128,3 x 121,9 cm

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