Wortees

Te lo dico con una tee!

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Mi piacciono i progetti che trasmettono cultura. Mi piacciono le persone che dicono cosa pensano. E mi piace la filologia, il significato delle parole l’incredibile mondo che si nasconde tra i meandri dei significati. La linguistica è incredibile perché non lascia nulla al caso. E’ spietata, pungente, e al tempo stesso misericordiosa. E credo che il team di Wortees la pensi esattamente come me, perché ha trasformato le parole in immagini ma anche in segnali. In un’epoca in cui usiamo abbreviazioni, un linguaggio sempre più pop e meno formale, dove conta più ciò che mostri e non quello che dici e come lo dici, Wortees porta levatura. Riporta in auge termini diventati desueti, ci ricorda la ricchezza culturale di ogni lingua del mondo. Ci mostra quanto sia potente e spiazzante la singola parola.

Il progetto non è solo quello di realizzare t-shirt parlanti, è più consistente, è insegnarci nuovamente ad esprimerci, attraverso la sinestesia, per imprimerci alcuni termini nel cervello.

Una serie di singole parole vengono illustrate per rendere il loro significato immediatamente comprensibile a tutti. L’etimologia si fa disegno, attraverso collaborazioni con giovani artisti internazionali. Ne sono venute fuori dei piccoli capolavori di semiotica: Anaxiphilia di Eleonora Molignani, Sapiosexual di Virginia Mori, Ekonatrophilia di Momusso e molte altre, potete scoprirle tutte qui.

 

 

Il profilo Instagram di questo brand diventa poi un piccolo vocabolario tascabile in grado di sorprendere il prossimo, uno spunto per approfondire la linguistica, uno strumento utilissimo per accedere a nuovi vocaboli. Consigliatissimo per aggiungere curiosità letteraria in un modo di troppi nudi e troppi coatti di cui siamo tutti complici.

“Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere”. Emily Dickinson.

 

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