Nella progressione inevitabile del tempo, il cambiamento è l’unica costante. Resistere al cambiamento porta solo sconforto e ansia, e allora salta nel vortice e incontra le novità che il cambiamento porta.
Questa è l’essenza della collezione SS16 del brand MAX.TAN, che rimane avvolto nel mistero, per scelta, raccontandoci poco di sé, preferendo lasciar parlare le collezioni stesse.
Ci imponiamo sempre di essere perfetti. In ciò che svolgiamo quotidianamente, nel mantenere il nostro fisico in forma e giovane, nel giusto modo di vestirsi e presentarsi alla società. Pochi accettano la non conformità, la follia, il caos ma proprio da questi ha origine il mondo, è il primordiale Big Bang, ed è proprio nell’imperfezione che sta la bellezza. E’ la ruga sul viso del tempo trascorso e della saggezza acquisita, è nella pietra scavata e levigata dal passaggio dell’acqua, è nella corteccia dell’albero segnata dai fenomeni atmosferici o da coppie innamorate che chissà ora che fine hanno fatto.
Il desiderio di raggiungere il ‘perfetto’ ci limita così tanto da negare l’evoluzione del tempo, non ha alcun senso spingerci a tutti i costi alla perfezione, essendo il mondo intrinsecamente imperfetto; ma ironicamente non cessiamo lo sforzo per raggiungere questo obiettivo. Come risultato, la perfezione diventa una distruzione dei risultati sperimentali lasciando posto al nucleo da cui parte l’impeto creativo di MAX.TAN.
La Primavera / Estate 2016 esplora i possibili esiti che si possono ottenere quando non c’è conformità, perché vi è un maggiore spazio per la crescita. Tutto si riduce all’ideologia, al segno, al disegno, costruendo forme base, la luce, la linea, il contrasto.
Al fine di ottenere, si deve lasciare andare. Al fine di migliorare, si deve fare un passo indietro.
Undesign. Non design. Thou shalt not, design (titolo della collezione), ovvero il comandamento di “Non fare design”.