IL DIRITTO ALLO SPORT

1

 

Quando siete un po’ svogliate e non trovate l’entusiasmo per infilarvi pantalocini e scarpe e uscire a correre, fermatevi un momento. Vi ricordate il momento in cui avete iniziato?

 

Oggi vi racconto due belle storie, di quelle belle davvero che parlano di come lo sport migliora la vostra vita, quella degli altri e vi migliora.

 

Raha Moharrak ha scalato l’Aconcagua in Argentina, il Kilimangiaro e molte altre vette oltre all’Everest. Non è la prima donna a farlo, ma è la prima cittadina dell’Arabia Saudita a compiere l’impresa.

Raha è infatti originaria di un Paese in cui alle donne non è permesso fare un sacco di cose, guidare ma anche fare sport, con qualche vacillante motivazione che avrebbe a che fare con la fertilità o la salute. Lei vuole convincere il suo Governo del contrario e ha scelto la sua passione per la montagna e la motivazione per la salute della donna per comunicarlo, con l’aiuto anche di qualche sponsor e di qualche intervista alla CNN.

 

 

Per imparare a scalare, lei, dopo aver convinto il padre, è dovuta andare fuori dall’Arabia Saudita dove non esistono palestre per le donne. Certo lei è una che si potrebbe definire privilegiata, che ha potuto studiare negli Stati Uniti ma “ho cominciato a scalare – racconta – perché non volevo fare quello che era obbligatorio io facessi”. Essere il motivo del cambiamento, senza aspettare che ciò avvenga senza di te, per Raha è tutto qui.

 

In Giamaica, Paese di maratoneti e velocisti, lo sport ha invece salvato una nazione. Okhalia, Alesha e Shellece si allenano ogni giorno per gli Champs, il torneo nazionale in cui ‘vengono create le stelle’. Sognano di diventare la prossima Shelly-Ann Fraser-Pryce, la campionessa di sprint più famosa di tutta la Giamaica e lo fanno nelle loro scuole, St Jago, Edwin Allen e Wolmer’s High, nelle quali c’è un’enorme attenzione a nutrire le ragazze più talentuose e prepararle per gli Champs.

 

 

“Il più grande risultato dell’atletica giamaicana – racconta Emilio Previtali – non sono i talenti, i record o le medaglie. Il più grande risultato sono i campi di atletica aperti, pieni di ragazzini che hanno voglia di allenarsi e di migliorare”.

In Giamaica, unh Paese ossessionato dai suoi atleti, è successo che ha preso sempre più piede nella cultura giovanile la cultura di coniugare la vita quotidiana e la scuola con l’allenamento e con la competizione. Ma è successo anche qualcosa di più: questi ragazzi sono riusciti a tramutare le gare in una festa. “Il passaggio è fondamentale – sostiene Previtali – abbandonata la retorica dei valori e l’apologia del sacrificio e lo sport può finalmente tornare a essere quello che è: gioco e gioia pura”.

 

Buona estate a voi, con le vostre corse sulle spiagge e i trekking in montagna. Alzatevi ogni giorno per ciò che vi fa sentire bene e godetevi il respiro libero.

 

SUBSCRIBE
Unisciti alla nostra mailinglist, sai che vuoi farlo.